Tutti aspettiamo Pasqua che raffigura una festa piena di gioia e felicità, sperando che nonostante il detto popolare Carnevale al sole, Pasqua molle, il tempo sarà buono anche se durante il Carnevale il tempo era bellissimo.
Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi, così dice un altro detto italiano. Ma in realtà è quasi impossibile evitare tutti gli inviti di parenti e quindi Pasqua viene il 25 aprile, cioe capità di rado di evitarli e si festeggia con chi dice la mamma.
Ma il giorno dopo siamo davvero felici come una Pasqua perchè possiamo continuare i festeggiamenti con chi e dove vogliamo organizzando piccoli viaggi o pic-nic con amici.
E come ogni cosa buona, che si aspetta a lungo e con tanta impazienza, Pasqua tanto desidirata passa in un giorno e noi torniamo alla quotidianità.
1) Carnevale al sole, Pasqua molle – Il detto si riferisce alla previsione che si basa sull’esperienza secolare del popolo italiano, il quale ha notato che, se l’inverno è asciutto e sereno, probabilmente nel periodo pasquale pioverà a dirotto e viceversa.
2) Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi – questo proverbio racchiude le due festività italiane più importanti e anche la filosofia con cui gli italiani le vivono. Il Natale va passato rigorosamente in famiglia, la Pasqua, al contrario, cade sempre all’inizio della primavera e invoglia ad uscire e a viaggiare.
3) Quando Pasqua verrà il 25 aprile – indica un evento rarissimo perché la ricorrenza della Pasqua cattolica (nel calendario gregoriano) in tale data è la più bassa possibile. Questo modo di dire sembra avere origini dalla promessa leggendaria fatta al diavolo dal Signore. Secondo la promessa il diavolo poteva entrare in Paradiso quando la Pasqua cadeva il 25 aprile. (Fonte: Corriere della Sera).
4) Essere felice come una Pasqua – il senso del detto e facilmente intuibile. Dopo la Quaresima infatti ci si rallegra e gioisce per la festività pasquale.
5) Pasqua tanto desiderata in un giorno è passata – ogni cosa buona che si aspetta a lungo e con tanta impazienza dura poco. Il detto si riferisce anche al ciclo vitale della campagna italiana che dipendeva dalle stagioni e dall’agricoltura. La penitenza imposta dalla scarsità di alimenti, continuava perchè la campagna non poteva ancora offrire frutti.