Si dice “ha piovuto” o “è piovuto”? Il dubbio riguarda l’ausiliare del verbo piovere: essere o avere?
Fino a qualche decennio fa nelle scuole si insegnava che i verbi che indicano le condizioni atmosferiche sono i verbi impersonali e secondo la grammatica italiana richiedono l’ausiliare “essere” nei tempi composti. E l’allievo che diceva “ha piovuto” rischiava di passare per uno sgrammaticato. Però con l’andare del tempo la forma “ha piovuto” veniva usata sempre più spesso nel linguaggio colloquiale che ad un certo punto l’Accademia della Crusca l’ha accettata come valida.
Nonostante i puristi della lingua italiana riconoscano solo la forma “è piovuto” la grammatica dice chiaramente:
entrambi gli ausiliari – essere e avere – possono essere usati nelle forme impersonali che descrivono condizioni atmosferiche.
La stessa regola vale anche per i seguenti verbi: grandinare (to hail), nevicare (to snow), fioccare (to snow), tuonare (to thunder), diluviare (to pour down), lampeggiare (to flash with lightning) ecc.
Quando l’ausiliare ha importanza
Il verbo “piovere” oltre al suo significato di “il cadere della pioggia dal cielo” ha anche un significato figurativo “venire giù, cadere, scendere come pioggia; capitare, arrivare inaspettatamente, all’improvviso”. In questo caso nei tempi composti viene usato solo l’ausiliare “essere”. Lo stesso vale anche per gli altri verbi “atmosferici”.
Esempi:
- Un’idea gli è lampeggiata ( = apparsa d’improvviso come un lampo) nel cervello.
- Ha / è lampeggiato tutta la notte.
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- Gli è piovuta ( = capitata all’improvviso) addosso un’altra disgrazia
- Oggi è / ha piovuto a dirotto.