L’avverbio è una parte invariabile del discorso che serve a modificare il significato delle parole (verbi, aggettivi, altri avverbi o intere frasi) a cui si affianca.
Gli avverbi si dividono in gruppi in base al loro significato:
1) avverbi di modo (o qualificativi);
2) avverbi di luogo;
3) avverbi di quantità;
4) avverbi di tempo;
5) avverbi di giudizio (affermativi, negativi e dubitativi);
6) avverbi interrogativi.
Cominciamo con gli avverbi di modo (o qualificativi).
Gli avverbi di modo indicano in che modo si svolge un’azione o un evento e rispondono alle domande come? In che modo? A questo tipo di avverbi appartengono:
- gli avverbi in –mente, per esempio: velocemente, lentamente, comodamente, certamente, naturalmente, ovviamente ecc;
- gli avverbi in –oni, per esempio: carponi (=appoggiando mani e ginocchia a terra), ginocchioni (=con le ginocchia a terra, in ginocchio), ruzzoloni (=cadere rottolando), bocconi (=a faccia in giù), penzoloni (=in modo da pendere dondolando verso il basso), balzelloni (= salti vistosi e irregolari), cavalcioni (=appoggio a gambe divaricate) ecc;
- gli avverbi che corrispondono agli aggettivi qualificativi nella forma maschile singolare, per esempio: presto, lontano, giusto, chiaro, storto, forte, lontano ecc;
- altri avverbi: bene, male, purtroppo, volentieri, sottovoce, attento, almeno, così, senz’altro ecc;
Nella lingua italiana vengono considerati avverbi anche le locuzioni avverbiali, ovvero le frasi che hanno il significato di un avverbio.
Eccovi alcuni esempi di locuzioni avverbiali di modo: in ritardo, da sempre, all’impazzata (furiosamente, sfrenatamente) , faccia a faccia, a più non posso (in quantità enorme, al massimo delle capacità), di buon grado (con piacere), di nascosto, di persona, a vicenda, di corsa, per interesse, di sicuro, di solito, alla chetichella (di nascosto), in fretta, in un batter d’occhio (velocemente), con piacere, per caso, a casaccio (casualmente, come capita) ecc.
Alcuni esempi d’uso:
Prima di dare la risposta leggete attentamente (=con attenzione) la domanda.
Come passa velocemente il tempo!
Dormiva ancora bocconi (= a faccia in giù) e il ragazzo gli sedeva accanto e lo guardava. (“Il vecchio e il mare”, E. Hemingway)
“E se ci fosse dentro qualcuno armato?” chiesi, mentre Guglielmo, quasi a tastoni (tastare con le mani senza vedere), cercava le lettere fatali, alzandosi in punta di piedi, alto come era, per toccare il versetto apocalittico. (“Il nome della rosa”, Umberto Eco)
Mi ha guardato storto (= male): sicuramente non gli sono piaciute le mie parole.
L’autunno è arrivato presto quest’anno.
Amare non è guardarsi a vicenda (=reciprocamente, uno l’altro), ma guardare nella stessa direzione!
Hanno accolto la proposta di buon grado (=volentieri).
Alla prossima!
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